Altitudine: 236 m – Abitanti: 12.852
I resti più antichi di presenza umana a San Severino risalgono al paleolitico inferiore e provengono dalla frazione di Stigliano; altri reperti, rinvenuti in varie località del territorio comunale, documentano una continuità di insediamento per tutta l’epoca preistorica. La prima civiltà significativa di cui rimangono tracce è quella dei Piceni, concentrata nelle vicinanze di Pitino, circa due chilometri a nord-est del centro urbano attuale. Dopo la conquista romana del Piceno, nel 268 a.C., nel vicino fondovalle sorge l’abitato di Septempeda (nome dall’etimo incerto), che diverrà municipio nel I sec. a.C. Il municipio romano andò in rovina in epoca alto-medievale mentre un nuovo nucleo urbano sorse in posizione più protetta sul colle detto Monte Nero, che domina l’abitato odierno; la città ricostruita fu battezzata con il nome di Severino, un santo locale di cui si hanno poche notizie certe, vescovo di Septempeda a metà del VI sec. Il Trecento è caratterizzato dalla signoria degli Smeducci, famiglia locale di capitani di ventura, che mantennero con una certa continuità l’egemonia sulla città, finchè nel 1426 il Papa li esiliò definitivamente. Dopo il breve governo di Francesco Sforza (1433-45), il comune passa sotto il controllo diretto dello Stato della Chiesa; i secoli successivi registrano un sostanziale declino economico e culturale. Nel 1586 San Severino ottiene il titolo di città e quello di diocesi, mantenuto per quattrocento anni esatti. Nel frattempo, cessate le esigenze di difesa, il centro abitato si è spostato quasi del tutto dal colle a fondovalle, attorno alla vecchia piazza del mercato. Il sugello a tale passaggio viene però sancito fra la metà del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, quando anche i simboli del potere civile e religioso (Palazzo comunale, Duomo, Vescovato) lasciarono quella che ormai era definitivamente diventata solo una contrada isolata.
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