Altitudine: 516 m – Abitanti: 2.421
Già abitato al tempo dei piceni e poi dei romani, Apiro fece parte del ducato longobardo di Spoleto. Nel 1227 si diede gli statuti comunali e fu capoluogo della giurisdizione di Valle di San Clemente, organismo indipendente che raccoglieva alcuni castelli della zona. In seguito passò sotto il dominio di Jesi e, dopo la breve dominazione di Francesco Sforza (1433-34), sotto la giurisdizione pontificia fino all’Unità d’italia.
Nel corso degli anni, si è avuto modo di credere che oltre all’attuale castello di Apiro, ne esistesse anche un altro ubicato in altrove; si è inoltre ipotizzato che tale primo insediamento fosse avvenuto sui Piani, un rilievo montuoso di circa 900 m. poco distante dall’attuale centro, precisamente nei pressi della Chiesa di San Nicolò. Molto probabilmente esso fu distrutto dai Goti e dai Longobardi così come tante altre città Picene; gli scampati che si spostarono nell’attuale collina, diedero vita ad un nuovo insediamento che estese la sua giurisdizione su un vasto territorio e sui castelli vicini. Anche ai Piani venne ricostituito un nuovo castello chiamato “Pyre” che entrò chiaramente in combutta con quello più in basso tanto che nel 1227 in seguito ad una battaglia, il vecchio castello fu definitivamente distrutto e gli abitanti del nuovo, da quel momento iniziarono a chiamarsi “Pirani” in onore della vittoria riportata. In realtà esiste anche un’altra ipotesi sull’origine del nome di Apiro e cioè che derivi da un albero di pero; un fatto che risulta anche testimoniato dallo stemma del Comune che è appunto un albero di pero “con le radici nel suo ceppo e nei lati del tronco una P ed una I che voglion dire Pirum”.
Il Percorso storico culturale proposto ed evidenziato in cartografia, può essere seguito iniziando da qualsiasi punto si voglia. Esso tocca tutti gli elementi di maggior interesse del comune: dagli edifici storici, ai luoghi di culto, ai centri culturali. Con un “click” su ciascun di essi si possono inoltre ottenere tutte le informazioni essenziali per garantirsi una bella visita che voglia essere anche culturalmente vivificante.
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