Altitudine: 4 m – Abitanti: 47.302
Del primo nucleo abitativo di San Benedetto, definito come “Plebs Sancti Benedicti in Albula”, dal nome del santo protettore e titolare della chiesa omonima, nonché del torrente che tuttora l’attraversa, si hanno tracce remote. Il primo significativo mutamento urbanistico si ha nel 1146 quando i signori Azzo e Berardo di Gualtiero ottengono l’autorizzazione dal vescovo Liberto di Fermo a realizzare un “castrum” sul colle ove sorge la pieve, pur nel rispetto delle pertinenze di questa, assumendo il nome di “Castrum Sancti Benedicti”. Negli Statuti trecenteschi della città di Fermo, a cui San Benedetto è soggetto, esso è classificato tra i castelli di media dimensione, indicato come riveriae maris (della riva del mare), oltre alla classificazione di “castello di confine”. Queste attribuzioni di “marittimo” e di “confine” ne fanno un presidio unico nell’ambito della numerosa schiera dei comuni del comitato fermano. Il XVIII è il secolo nel quale la popolazione sambenedettese inizia ad uscire dal sovraffollato quartiere “castello”, dopo aver invaso con le nuove costruzioni lo spazio di rispetto delle mura fortificate e talvolta, scavalcate queste verso i giardini sottostanti, espandendosi lungo e al di sotto della strada “Lauretana” (l’attuale SS 16). Nel XIX secolo alcuni tristi episodi hanno segnato profondamente la vita di tutto il popolo marinaro. Innanzitutto le vicende francesi-napoleoniche poi le temutissime incursioni barbaresche, l’una del 4 giugno 1803 con la cattura di 90 marinai sambenedettesi, l’altra del luglio dell’anno successivo ove i predati furono 40; il 29 maggio del 1815 i barbareschi catturarono altri 38 sambenedettesi. A seguito dell’aggregazione di San Benedetto al Regno d’Italia, al fine di distinguere questa città da altre omonime, con atto consiliare del 29 luglio 1862 veniva aggiunto l’appellativo “del Tronto”.
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