Palazzo Benamati-Lapis Presente in Cagli fin dal Seicento, nel palazzo abitò la famiglia del noto pittore Gaetano Lapis (1706-73), che nel Settecento, avendo raggiunto una indubbia agiatezza legata al redditizio commercio della lana, assunse la proprietà del palazzo dai Benamati. Il fronte principale del palazzo, fortemente rimaneggiato nell'Ottocento, presenta antiche finestre edicolate con un portale lapideo bugnato sormontato da un balcone sorretto da mensole sagomate e intagliate. La lastra posta sul fianco sinistro del palazzo, con incisa la data "MDCXXXIIII", attiene ai consistenti lavori di ristrutturazione dell'edificio. La data "1635" si trova poi sulla decorazione della volta di una sala del piano nobile composta da stucchi, putti e mascheroni. Qui cinque affreschi racchiusi entro cornici mistilinee sono riconducibili, come già segnalava il Rossi, al pittore baroccesco Girolamo Cialdieri. Gli affreschi recano scene tratte dalla Gerusalemme Liberata del Tasso e si ritiene che abbiano ispirato lo stesso Gaetano Lapis. Una sala adiacente ha una volta a padiglione riccamente decorata nell'Ottocento, in cui compaiono anche le quattro stagioni raffigurate da graziosi putti, sì che potrebbe ricordare le pitture di Alessandro Venanzi. All'Ottocento è pure da ricondurre la risistemazione della cappella gentilizia, posta nel piano nobile.